Cos’è il filtro antiparticolato?
La lotta alle emissioni ha colpito in maniera particolarmente dura i motori diesel, ma i costruttori sono riusciti a rendere questi propulsori meno inquinanti grazie all’adozione del filtro antiparticolato. Grazie al FAP o DPF, infatti, è possibile ottenere una riduzione notevole di tutte le particelle di PM10 diminuendo, di conseguenza, le emissioni inquinanti nell’atmosfera.
Il funzionamento del FAP è possibile grazie alla presenza di un filtrante in carburo di silicio dotato di canali e celle alveolari che hanno il compito di trattenere il particolato. Quando la spia del filtro antiparticolato è accesa, il computer di bordo vi sta segnalando un’anomalia al funzionamento di tale componente. Soprattutto sulle auto diesel Euro 4, l’accensione della spia filtro antiparticolato non è un’eventualità molto remota.
Il compito del DPF o FAP è quello di ridurre le emissioni di polveri sottili o particolato, che sono uno dei prodotti della combustione del gasolio e sono altamente inquinanti (sono presenti anche sui nuovi motori benzina a iniezione diretta). Questi elementi microscopici sono noti anche come PM10 perché la loro dimensione è pari o inferiore a 10 micrometri e sono tra i principali responsabili dello smog cittadino.
La rigenerazione del FAP
Il processo di rigenerazione del filtro antiparticolato o autorigenerazione scatta automaticamente quando il motore viene utilizzato tra le 10 e le 15 ore o per circa 500 chilometri (quando si utilizza la vettura in città con tante partenze e fermate il ciclo è più breve).
Questo è il momento in cui il FAP arriva a saturarsi per la quantità di particolato accumulato e, dunque, l’autorigenerazione del FAP permette di bruciare queste particelle ed eliminarle, il tutto ad una temperatura di oltre 400°C.
Quando ciò avviene si accende la spia del FAP che poi normalmente nel giro di 5 minuti si spegne, segnalando che il processo è stato completato con successo ed il filtro antiparticolato si è rigenerato.
Affinché il processo avvenga correttamente bisogna procedere a una velocità superiore ai 60 chilometri orari per i pochi minuti in cui dura quest’operazione, cercando di non rallentare o fermarsi (tanto meno spegnere il motore).
Quando si intasa il filtro
Le vetture diesel posseggono un sistema di monitoraggio elettronico che controlla il funzionamento del filtro antiparticolato dell’auto, in modo da avvisare in caso di anomalie o danni.
I problemi possono insorgere quando si percorrono tragitti urbani e brevi, durante i quali il filtro non ha il tempo di raggiungere l’elevata temperatura necessaria per attivare il processo di rigenerazione.
In questo caso sul cruscotto si accende la spia del filtro antiparticolato per segnalare l’inconveniente, ma gli automobilisti possono rendersi conto che c’è qualcosa che non va anche per l’aumento dei consumi ed il calo delle prestazioni della vettura, con la perdita di potenza del motore o la sensazione che il motore vada a singhiozzo.
A lungo andare questo può portare ad avere un filtro antiparticolato intasato o alla sua rottura.
Se il filtro non si pulisce da solo sarà necessario ricorrere ad una rigenerazione forzata da effettuarsi presso il proprio meccanico.
Come si può risolvere il problema del filtro antiparticolato che si intasa spesso?
1. la sostituzione del pezzo: componente nuovo originale, ossia fornito dalle case produttrici di veicoli, oppure non originale; la tendenza degli ultimi anni ha registrato un aumento della vendita di ricambi rigenerati forniti dai produttori di auto
2. la pulizia: esistono sul mercato soluzioni che richiedono lo smontaggio del componente e altre che puliscono senza smontare
3. E’ fondamentale adottare uno stile di guida adeguato ad una vettura dotata di filtro antiparticolato
La rimozione del componente è illegale e vietata, in quanto questo dispositivo è stato studiato per ridurre le emissioni nocive che possono interferire con la nostra salute.
La nostra officina ha una vasta conoscenza delle caratteristiche e dei problemi relativi al filtro antiparticolato!